Nelle ultime settimane mi sono trovato spesso a parlare con colleghi, conoscenti ed amici del cosiddetto “Concorsone”, il primo concorso della scuola dopo tredici anni, per accedere al quale era necessario raggiungere la sufficienza in una prova preselettiva che è stata superata solo dal 33,5% dei candidati (!!!).
A questa prova erano (e sono) contrari molte sigle sindacali, molti addetti ai lavori, molti colleghi. A differenza di queste persone, sono favorevole alla prova di preselezione che si è svolta la settimana scorsa, e non perché io l’abbia superata, ma perché credo sia necessario che ancor prima di essere insegnante di matematica, latino, scienze, storia, inglese o qualsiasi altra disciplina, una persona debba essere insegnante (e basta) e debba potersi proporre come tale. Quindi, è secondo me necessario che un insegnante abbia una certa conoscenza di nozioni di base – indipendenti dalla disciplina e dalla propria formazione – che sono quelle richieste nella prova.
Ho sentito persone lamentarsi dell'eccessiva difficoltà dei quesiti: troppa matematica, troppa informatica o troppo inglese… quando poi nella vita di insegnante non serve…
Una tale argomentazione non mi convince, non sono così sicuro che tutto quello che è stato chiesto non serva, e soprattutto, mi permetto di far notare, che a parte qualche domanda davvero inutile, le conoscenze matematiche richieste erano quelle che si insegnano alle medie o al massimo in prima superiore. Conoscere i fondamenti dell’informatica è ormai necessario: può essere utile per accorciare i tempi di redazione di una programmazione di classe o di una relazione o per comunicare in maniera più efficace ed immediata, e permette di non far durare ore ed ore i consigli di classe e le riunioni. Ho perso, infatti, fin troppo tempo (che avrei volentieri utilizzato in altra maniera) ad aspettare colleghi che ancora oggi nel 2012 si rifiutano di scrivere un verbale con il pc, e che sono contrari a qualsiasi forma di novità tecnica che possa migliorare il loro lavoro, ma che possa facilitare anche quello degli altri.
Sapere le basi dell’inglese o una lingua straniera, infine, può aiutare per poter comprendere esperienze didattiche fatte all’estero e per poter interagire con studenti e famiglie (che sono sempre più numerosi) che non sono madrelingua italiani. O vogliamo guardare sempre e soltanto alle nostre esperienze provinciali e nazionali privandoci di uno sguardo, spesso affascinante e interessante, sul mondo che ci circonda ?
Da ultimo, credo, sia indispensabile anche per tutti gli insegnanti conoscere i fondamenti della grammatica e dell’ortografia italiana. Perché, a mio avviso, non si possono avere dubbi sul significato e sulla differenza tra “differire / revocare / sospendere” oppure confondere “stralciare” con “stracciare” o ancora compilare un registro di classe come se fosse un messaggio di testo da digitare sul telefono cellulare (che spesso però si sa usare meglio di un computer).
Forse non supererò le prove scritte del Concorsone, e rimarrò nella mia posizione in graduatoria ad attendere che ogni settembre l’Ufficio Regionale mi destini in qualche scuola della provincia.
Sono però convinto che i vincitori di questo concorso saranno persone preparate e che la prova preselettiva non fosse così insormontabile come è stata dipinta.
A questa prova erano (e sono) contrari molte sigle sindacali, molti addetti ai lavori, molti colleghi. A differenza di queste persone, sono favorevole alla prova di preselezione che si è svolta la settimana scorsa, e non perché io l’abbia superata, ma perché credo sia necessario che ancor prima di essere insegnante di matematica, latino, scienze, storia, inglese o qualsiasi altra disciplina, una persona debba essere insegnante (e basta) e debba potersi proporre come tale. Quindi, è secondo me necessario che un insegnante abbia una certa conoscenza di nozioni di base – indipendenti dalla disciplina e dalla propria formazione – che sono quelle richieste nella prova.
Ho sentito persone lamentarsi dell'eccessiva difficoltà dei quesiti: troppa matematica, troppa informatica o troppo inglese… quando poi nella vita di insegnante non serve…
Una tale argomentazione non mi convince, non sono così sicuro che tutto quello che è stato chiesto non serva, e soprattutto, mi permetto di far notare, che a parte qualche domanda davvero inutile, le conoscenze matematiche richieste erano quelle che si insegnano alle medie o al massimo in prima superiore. Conoscere i fondamenti dell’informatica è ormai necessario: può essere utile per accorciare i tempi di redazione di una programmazione di classe o di una relazione o per comunicare in maniera più efficace ed immediata, e permette di non far durare ore ed ore i consigli di classe e le riunioni. Ho perso, infatti, fin troppo tempo (che avrei volentieri utilizzato in altra maniera) ad aspettare colleghi che ancora oggi nel 2012 si rifiutano di scrivere un verbale con il pc, e che sono contrari a qualsiasi forma di novità tecnica che possa migliorare il loro lavoro, ma che possa facilitare anche quello degli altri.
Sapere le basi dell’inglese o una lingua straniera, infine, può aiutare per poter comprendere esperienze didattiche fatte all’estero e per poter interagire con studenti e famiglie (che sono sempre più numerosi) che non sono madrelingua italiani. O vogliamo guardare sempre e soltanto alle nostre esperienze provinciali e nazionali privandoci di uno sguardo, spesso affascinante e interessante, sul mondo che ci circonda ?
Da ultimo, credo, sia indispensabile anche per tutti gli insegnanti conoscere i fondamenti della grammatica e dell’ortografia italiana. Perché, a mio avviso, non si possono avere dubbi sul significato e sulla differenza tra “differire / revocare / sospendere” oppure confondere “stralciare” con “stracciare” o ancora compilare un registro di classe come se fosse un messaggio di testo da digitare sul telefono cellulare (che spesso però si sa usare meglio di un computer).
Forse non supererò le prove scritte del Concorsone, e rimarrò nella mia posizione in graduatoria ad attendere che ogni settembre l’Ufficio Regionale mi destini in qualche scuola della provincia.
Sono però convinto che i vincitori di questo concorso saranno persone preparate e che la prova preselettiva non fosse così insormontabile come è stata dipinta.