Sono appena sceso dal ghiacciaio San Rafael.
Eravamo saliti martedì scorso, 14 agosto. Abbiamo lavorato i due giorni successivi, il 15 con un forte vento ed il 16 sotto un cielo pieno di nuvole, e poi vento e neve il 17, neve il 18, vento e nubi il 19, neve e vento il 20, neve il 21, ancora neve ieri. Oggi una giornata spettacolare, limpida, bella, finalmente serena, ma oggi sono dovuto scendere perché altrimenti rischiavo di rimanere nuovamente bloccato. I miei "colleghi" torneranno invece, tempo permettendo, fra due giorni. Esta es Patagonia...
Non sono stati giorni semplici, per diversi motivi.
L'organizzazione logistica della spedizione, come avevo avuto modo di intuire, è risultata del tutto inadeguata, e di conseguenza l'attività lavorativa e la vita nel rifugio - in realtà un bivacco di 18 metri quadrati, decisamente troppo pochi per ospitare sette persone - sono state più complicate del previsto.
In alcuni momenti mi sono chiesto come mai, nel 2012, una attività di campo, per di più fatta nella stagione invernale, fosse organizzata in maniera così approssimativa e non fosse stata pianificata in tutti i dettagli, anche quelli più piccoli. Mi sono domandato anche perché certe persone abbiano la qualifica di direttori o di responsabili di spedizione. Non ho ancora trovato una risposta, e, almeno per una volta, mi sono sentito soddisfatto del livello di competenze raggiunto da noi italiani.
Mi sono sentito dire che le ricerche sui ghiacciai della Patagonia sono difficili a causa del maltempo. Forse è vero (in fin dei conti, dal 6 al 23 agosto ci sono stati solo due giorni completamente limpidi), ma forse è anche vero che dietro il maltempo si tenta di nascondere qualche macroscopico errore.
Dal punto di vista scientifico, comunque, è stata fatta buona parte del lavoro. Tutta tranne l'esplorazione radar, che è proprio quella che doveva essere l'attività del progetto di cui mi dovevo occupare. Il primo giorno, infatti, il vento ha impedito (ma solo in parte) l'esecuzione delle misure, il secondo giorno, invece, si è rotto il cavo che collega l'antenna al computer esterno perché chi guidava la slitta pensava forse di essere al luna park ... Personalmente credo che ci sia stata un po' di sfortuna, ma, soprattutto nel primo giorno, la mancanza di volontà da parte del responsabile della spedizione di acquisire una metodologia di raccolta di dati (non solo radar).
Uno degli scopi del progetto era il trasferimento di conoscenze e competenze. Però se manca l'interesse della controparte, che senso ha tutto questo ?
Di nuovo... basta parlare, vi lascio qualche foto, in attesa di raccontarvi tutto di persona ;-).
Eravamo saliti martedì scorso, 14 agosto. Abbiamo lavorato i due giorni successivi, il 15 con un forte vento ed il 16 sotto un cielo pieno di nuvole, e poi vento e neve il 17, neve il 18, vento e nubi il 19, neve e vento il 20, neve il 21, ancora neve ieri. Oggi una giornata spettacolare, limpida, bella, finalmente serena, ma oggi sono dovuto scendere perché altrimenti rischiavo di rimanere nuovamente bloccato. I miei "colleghi" torneranno invece, tempo permettendo, fra due giorni. Esta es Patagonia...
Non sono stati giorni semplici, per diversi motivi.
L'organizzazione logistica della spedizione, come avevo avuto modo di intuire, è risultata del tutto inadeguata, e di conseguenza l'attività lavorativa e la vita nel rifugio - in realtà un bivacco di 18 metri quadrati, decisamente troppo pochi per ospitare sette persone - sono state più complicate del previsto.
In alcuni momenti mi sono chiesto come mai, nel 2012, una attività di campo, per di più fatta nella stagione invernale, fosse organizzata in maniera così approssimativa e non fosse stata pianificata in tutti i dettagli, anche quelli più piccoli. Mi sono domandato anche perché certe persone abbiano la qualifica di direttori o di responsabili di spedizione. Non ho ancora trovato una risposta, e, almeno per una volta, mi sono sentito soddisfatto del livello di competenze raggiunto da noi italiani.
Mi sono sentito dire che le ricerche sui ghiacciai della Patagonia sono difficili a causa del maltempo. Forse è vero (in fin dei conti, dal 6 al 23 agosto ci sono stati solo due giorni completamente limpidi), ma forse è anche vero che dietro il maltempo si tenta di nascondere qualche macroscopico errore.
Dal punto di vista scientifico, comunque, è stata fatta buona parte del lavoro. Tutta tranne l'esplorazione radar, che è proprio quella che doveva essere l'attività del progetto di cui mi dovevo occupare. Il primo giorno, infatti, il vento ha impedito (ma solo in parte) l'esecuzione delle misure, il secondo giorno, invece, si è rotto il cavo che collega l'antenna al computer esterno perché chi guidava la slitta pensava forse di essere al luna park ... Personalmente credo che ci sia stata un po' di sfortuna, ma, soprattutto nel primo giorno, la mancanza di volontà da parte del responsabile della spedizione di acquisire una metodologia di raccolta di dati (non solo radar).
Uno degli scopi del progetto era il trasferimento di conoscenze e competenze. Però se manca l'interesse della controparte, che senso ha tutto questo ?
Di nuovo... basta parlare, vi lascio qualche foto, in attesa di raccontarvi tutto di persona ;-).